Se hai mai avuto la sensazione che le piante da frutto “stessero bene ieri e oggi no”, sappi che non sei solo. Le malattie più comuni delle piante da frutto spesso arrivano in silenzio, sfruttano un paio di giorni umidi, una chioma troppo fitta, una potatura fatta di fretta, e in poco tempo trasformano foglie e frutti in un bollettino di macchie, muffe e deformazioni. La buona notizia è che capire come prevenirle è molto più semplice (e meno stressante) che rincorrerle quando ormai hanno preso piede.
Le tre grandi famiglie: funghi, batteri, virus
Quando guardo una pianta “strana”, mi faccio sempre questa domanda: sta subendo un attacco fungino, batterico o virale? Cambia tutto, perché cambiano i tempi, gli strumenti e soprattutto le aspettative di cura.
Malattie fungine (le più frequenti)
Sono le classiche “crittogame”, quelle che esplodono con umidità e scarsa aerazione. Le più comuni nei frutteti sono:
- Ticchiolatura (soprattutto su melo e pero): macchie scure su foglie e frutti, frutti che restano segnati e meno conservabili.
- Oidio (mal bianco): patina polverosa bianca su foglie e germogli, crescita stentata.
- Peronospora: macchie e disseccamenti, favorita da bagnature persistenti.
- Botrite (muffa grigia): marciumi su frutti e fiori, spesso dopo grandine o ferite.
- Bolla del pesco: foglie accartocciate, bollose, arrossate, la pianta si indebolisce presto.
- Monilia: fiori che “bruciano” e frutti che marciscono, spesso con frutti mummificati che restano appesi.
- Antracnosi: necrosi e marciumi, tipica in condizioni caldo umide.
La parola chiave qui è microclima: se la chioma resta bagnata e chiusa, i funghi ringraziano.
Malattie batteriche (rapide e aggressive)
Qui il rischio è sottovalutare i primi segnali, perché a volte sembrano “solo rami secchi”.
- Colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora): colpisce le pomacee, con avvizzimenti, curvatura a pastorale dei germogli e disseccamenti improvvisi.
- Cancri batterici su susino e altre drupacee: lesioni su rami e tronco, essudati, deperimento.
Quando si parla di batteri, l’attenzione va alle ferite (potatura, grandine, vento) e alla sanificazione: sono le autostrade dell’infezione.
Viresi (più subdole)
Le virose spesso non “marciscono” subito, ma deformano e impoveriscono: mosaici fogliari, nanismo, frutti malformati, calo di produzione. Il punto critico è che i virus si gestiscono soprattutto evitando l’ingresso tramite materiale infetto e controllando i vettori (afidi, cocciniglie).
A proposito di diffusione, è utile ricordare come funziona l’epidemia in un sistema biologico: se le condizioni sono favorevoli e il patogeno circola, l’aumento dei casi può essere rapidissimo.
Prevenzione generale: le mosse che fanno davvero la differenza
Se dovessi tenere solo sette abitudini, sceglierei queste:
- Varietà resistenti o tolleranti alle patologie tipiche della tua zona.
- Piante e portinnesti certificati, sani, senza “misteri” all’origine.
- Potatura arieggiante, con chioma luminosa e asciugatura rapida dopo pioggia o rugiada.
- Rimozione del materiale infetto, foglie malate, frutti caduti, frutti mummificati, rami compromessi.
- Attrezzi disinfettati dopo tagli su piante sospette (basta poco per trasportare patogeni).
- Irrigazione corretta, meglio a goccia, evitando bagnature prolungate del fogliame.
- Concimazione equilibrata, perché troppo azoto crea tessuti teneri, più vulnerabili.
Interventi mirati: esempi pratici per le malattie “classiche”
- Ticchiolatura: igiene (foglie e frutti a terra), potatura per aerazione, trattamenti mirati nelle fasi sensibili se necessari.
- Oidio: ridurre ombra e umidità, gestione con zolfo e strategie di difesa integrata.
- Bolla del pesco: trattamenti preventivi tra fine inverno e ripresa vegetativa (spesso a base di rame), eliminazione delle parti colpite.
- Monilia: togliere subito fiori e frutti colpiti, eliminare frutti mummificati, attenzione in fioritura e pre raccolta.
- Botrite: evitare sovraffollamento, gestire bagnature, raccogliere e scartare frutti feriti.
- Colpo di fuoco: sorveglianza stretta, tagli di risanamento tempestivi e rispetto delle misure fitosanitarie locali.
Segnali d’allarme e quando muoversi
In primavera e in piena stagione vegetativa, controlla con costanza:
- macchie nuove sulle foglie,
- patine bianche o grigiastre,
- avvizzimenti improvvisi,
- frutti deformi o con marciumi che avanzano,
- ferite che non cicatrizzano.
La regola più utile che mi sono dato è semplice: intervenire ai primissimi sintomi costa poco, intervenire tardi costa raccolto, tempo e spesso anche la pianta.


