Se hai un mutuo a tasso variabile, l’“allarme mutui 2026” non è solo una frase ad effetto, è quella sensazione concreta che arriva quando apri l’app della banca e ti chiedi, “ok, ma la prossima rata quanto sarà?”. Nel 2026 la risposta potrebbe essere scomoda soprattutto nei primi mesi, perché il variabile continuerà a muoversi al ritmo dei mercati e delle scelte della BCE.
Perché il 2026 può essere l’anno delle rate più nervose
Il punto di partenza è chiaro: a dicembre 2025 la BCE ha lasciato i tassi fermi (depositi al 2%, rifinanziamenti al 2,15%). Fin qui sembra una pausa rassicurante. Il dettaglio che cambia l’umore, però, è il messaggio: secondo Isabel Schnabel, i tagli potrebbero fermarsi e, se inflazione e scenario economico lo imponessero, non è escluso un ritorno a piccoli rialzi.
Quando il mercato “annusa” questa possibilità, tende a prezzarla in anticipo, e qui entrano in gioco gli indici che guidano i mutui. Per il variabile, la bussola è l’Euribor: se sale, la rata segue.
Previsioni: dove potrebbe andare il tasso variabile nel 2026
Le stime più citate per il 2026 disegnano un corridoio del 2,50%–2,90% per i mutui variabili indicizzati. Non significa che tutti pagheranno quel tasso preciso, perché contano spread, durata, piano di ammortamento e data di revisione, ma rende bene l’idea del clima: più caro del 2025, con oscillazioni.
A sostenere questi livelli ci sono due fattori che si sommano:
- Inflazione ancora “appiccicosa”, indicata tra 2% e 2,4%, quindi non abbastanza bassa da spingere tagli rapidi.
- Instabilità economica e crescita italiana contenuta, che non aiuta ad abbassare la percezione di rischio.
Un esempio pratico (solo per orientarsi)
Immagina un mutuo residuo di 150.000 euro a 25 anni. Se il tasso effettivo si sposta anche di pochi decimi, l’effetto mensile si vede.
| Scenario | Tasso indicativo | Effetto sulla rata |
|---|---|---|
| Fine 2025 “buono” | 2,2%–2,4% | più leggera, ma fragile |
| 2026 nella fascia attesa | 2,5%–2,9% | più alta, con possibili scatti |
| 2027 (rischio rialzi BCE) | verso 2,5% BCE | pressione aggiuntiva |
Non sono numeri “certi”, ma una mappa utile: nel 2026 l’ago può spostarsi verso l’alto soprattutto all’inizio, se i mercati leggono la BCE come più rigida.
Perché le offerte “basse” possono ingannare
A novembre 2025 alcune offerte variabili partivano da TAN 2,19%. È quel tipo di cifra che ti fa pensare di aver trovato l’occasione. Il problema è che il vantaggio iniziale può evaporare se nel 2026 l’indice sale, e ancora di più se nel 2027 si materializzasse uno scenario di tassi BCE più vicini al 2,5%.
In pratica, il variabile non è “sbagliato”, è solo un patto: oggi risparmi, domani accetti incertezza.
Cosa puoi fare adesso, senza farti prendere dal panico
Qui conta la strategia, più che la previsione perfetta.
- Valuta un tasso fisso se cerchi stabilità: il fisso è atteso indicativamente tra 3,00% e 3,40%. Non è economico, ma rende prevedibile la vita.
- Considera soluzioni ibride o con cap: un cap (tetto massimo) non fa miracoli, ma ti protegge dai picchi improvvisi, e psicologicamente cambia tutto.
- Allunga la durata solo se necessario: riduce la rata, ma aumenta il costo totale. È una stampella, non una cura.
- Controlla la data di revisione del tasso: sapere quando si aggiorna ti permette di pianificare, anche solo per mettere da parte un cuscinetto.
Una notizia positiva: la prima casa resta più accessibile
In mezzo a questi scenari, c’è un dettaglio che vale oro per chi compra: il Fondo di garanzia statale per i mutui prima casa è stato prorogato fino al 2027, con 75,6 milioni e copertura fino al 90% per famiglie under ISEE. Significa che, anche con tassi alti, l’accesso al credito può restare possibile per molti.
Quindi, cosa succederà davvero alle rate nel 2026?
La risposta più onesta è questa: per chi ha un tasso variabile, il 2026 può portare rate più alte rispetto al 2025, soprattutto nei primi mesi, con un range di tassi che potrebbe stabilizzarsi tra 2,50% e 2,90%. Non è una condanna, ma è un invito a scegliere consapevolmente, perché il vero rischio non è pagare di più una rata, è subirlo senza un piano.




