Se ti sei svegliato chiedendoti il prezzo dell’oro aggiornato al grammo e perché, nonostante tutto, continui a essere il “porto sicuro” per eccellenza, non sei l’unico. In questi giorni di fine anno, quando le notizie si accavallano e i mercati sembrano cambiare umore in poche ore, l’oro torna a farsi notare, con numeri che fanno girare la testa.
Quanto vale oggi l’oro al grammo (24 dicembre 2025)
Oggi, 24 dicembre 2025, la quotazione dell’oro puro 24K si muove indicativamente tra 122 e 123 €/g, con micro differenze tra rilevazioni e orari di aggiornamento. È una di quelle situazioni in cui bastano pochi minuti, o una valuta che si rafforza, per spostare la cifra di qualche decimale.
Ecco i riferimenti più citati nelle ultime 24 ore:
- Alle 11:01 del 24 dicembre, ultimo valore riportato: 122,58 €/g per il 24K.
- Il 23 dicembre si era visto 122,87 €/g, con un rialzo dello 0,56%.
- Alcune rilevazioni alternative hanno mostrato valori più vicini ai 119 €/g, segno che contano molto fonte, metodo e momento esatto.
- Per oggi circolano stime di stabilità con media 125 €/g, massimo 131 €/g e minimo 119 €/g.
Questa “forchetta” non è un dettaglio noioso, è il cuore della questione: l’oro è liquido e globale, ma il prezzo al grammo che vedi dipende da cambio euro dollaro, spread di mercato e tipo di quotazione (spot, indicativa, operativa).
Perché i numeri cambiano (e cosa stai guardando davvero)
Quando leggi “122 €/g”, in genere ti stanno parlando di oro fino 999, cioè 24 carati. Ma nella vita reale entrano in gioco purezza e lavorazione, soprattutto se parliamo di gioielli o di oro usato.
Una mappa rapida per orientarsi:
| Tipo di oro | Purezza | Cosa significa in pratica |
|---|---|---|
| 24K | 99,9% | riferimento “puro”, tipico di lingotti |
| 18K | 75% | gioielleria, valore al grammo più basso |
| Oro usato | variabile | valutato con margini, test e condizioni |
Non stupisce quindi che, a fronte di 122-123 €/g per il puro, l’oro usato possa viaggiare intorno a 113-115 €/g (o comunque sotto lo spot). Non è un “trucco”, è il prezzo della trasformazione e del rischio, cioè fusione, verifiche, costi operativi.
Perché l’oro resta, ancora oggi, il migliore investimento “difensivo”
Qui arriva la parte che di solito mi fa dire: “Ok, adesso capisco”. L’oro non sale per magia, sale perché si incastrano fattori molto concreti.
Allentamento della politica monetaria USA
Quando i tassi smettono di spingere e il dollaro si indebolisce, l’oro tende a respirare e spesso a correre. È una dinamica quasi istintiva dei mercati.Acquisti di riserve da parte delle banche centrali
L’accumulo di banche centrali, con attenzione su Cina e India, riduce l’offerta “libera” e sostiene i prezzi. È come se una parte del metallo sparisse dai radar quotidiani.Incertezza geopolitica e dazi commerciali
In un mondo dove basta una decisione politica per cambiare le catene di fornitura, l’oro torna a essere bene rifugio universale, comprensibile in qualunque lingua e accettato ovunque.Performance che parla da sola
Si cita un rendimento annuo intorno a +71% rispetto al 2024, superiore a molte alternative più “tranquille” come conti correnti e, in varie fasi, anche a segmenti azionari.
E sì, c’è anche l’effetto psicologico: quando si registrano record internazionali (si è parlato di 4.483 $/oncia, cioè oltre 120 €/g in Italia), l’attenzione si autoalimenta.
Cosa aspettarsi: la traiettoria verso il 2026
Le proiezioni guardano avanti con prudenza ma con un messaggio chiaro: i livelli restano storicamente alti. Si parla di una media di dicembre 2025 attorno a 124 €/g e possibili picchi fino a 134 €/g nel percorso verso il 2026, sostenuti da domanda forte e incertezze persistenti.
La regola pratica per non sbagliare lettura
Se ti interessa il valore reale “qui e ora”, tieni a mente tre punti semplici:
- controlla la quotazione live (il mercato è dinamico al minuto),
- separa spot da prezzo di acquisto o vendita effettivo (c’è sempre uno scarto),
- chiarisci se stai parlando di 24K, 18K o oro usato.
Così il numero, 122 o 123 €/g, smette di essere un dettaglio da notiziario e diventa una misura comprensibile, utile, e soprattutto contestualizzata. E a quel punto è più chiaro perché l’oro, ancora una volta, continua a farsi scegliere.




