Hai presente quella sensazione quando cerchi un investimento sicuro, magari per “parcheggiare” soldi senza ansia, e ti imbatti in un nuovo buono postale che promette un 3% annuo lordo? Il punto è che, tra entusiasmo e numerini in evidenza, la domanda vera resta una sola: quanto puoi guadagnare davvero, e quali sono le condizioni che fanno la differenza.
Qui entra in scena il Buono Fruttifero Postale 100, lanciato da Poste Italiane il 24 giugno 2025: un prodotto che, sulla carta, punta dritto a chi vuole sicurezza, semplicità e un rendimento chiaro, ma solo se lo porti fino in fondo.
Cos’è il Buono 100 e perché se ne parla tanto
Il Buono 100 è un buono fruttifero dematerializzato (quindi niente fogli, tutto digitale) con un’idea molto netta: 4 anni di durata e 3% annuo lordo riconosciuto solo a scadenza.
La sua “promessa” è rassicurante perché i buoni fruttiferi sono strumenti garantiti dallo Stato, e per molte persone questo equivale a dormire sonni più tranquilli rispetto a prodotti più ballerini. Se vuoi capire la logica di fondo di questo tipo di strumento, il riferimento naturale è la rendita, cioè quel flusso di guadagno legato al possesso di un capitale.
La regola più importante: il 3% lo vedi solo dopo 4 anni
Qui conviene essere chiarissimi: il tasso del 3% annuo lordo non viene “maturato” in modo utile se esci prima.
Se rimborsi in anticipo, infatti, ricevi:
- solo il capitale nominale (al netto delle imposte dovute)
- zero interessi
È un prodotto che funziona benissimo se lo tratti come un impegno: metti i soldi, li lasci lì, li riprendi alla fine. Se pensi che potresti aver bisogno di liquidità prima, il Buono 100 rischia di diventare un parcheggio senza biglietto premio.
Quanto guadagni davvero: un esempio concreto (netto, non solo lordo)
La tassazione sugli interessi è agevolata al 12,5%, la stessa dei titoli di Stato. Questo è uno dei motivi per cui, a parità di tasso lordo, può risultare più interessante rispetto ad alternative tassate al 26%.
Ecco un esempio semplice, molto vicino a quello più citato:
| Importo investito | Interessi lordi totali (4 anni) | Totale lordo a scadenza | Totale netto stimato* |
|---|---|---|---|
| 1.000 € | 120 € | 1.120 € | ~1.105 € |
*Stima con imposta 12,5% sugli interessi (per il dato preciso conviene usare il simulatore ufficiale di Poste).
Quindi sì, il guadagno è reale e prevedibile, ma non è “magico”: il vero valore sta nella combinazione tra garanzia, tassazione favorevole e orizzonte breve (4 anni).
“Solo nuova liquidità”: la clausola che cambia tutto
Il Buono 100 non è acquistabile con qualunque denaro tu abbia già dentro Poste. Serve nuova liquidità, cioè soldi “freschi” entrati nel periodo previsto (dal 20 giugno al 4 settembre 2025, salvo chiusura anticipata dell’offerta).
In pratica, valgono tipicamente:
- bonifici in entrata da altre banche
- accrediti nuovi
Non valgono invece i semplici “giri” interni tra prodotti postali. L’acquisto è inoltre solo digitale, via web o app, con Libretto Smart abilitato, e importi da 50 euro fino a 1 milione nell’arco di 24 ore.
Ha senso oggi? Dipende da inflazione e obiettivo
Il Buono 100 è pensato per chi vuole proteggere il capitale e accetta un rendimento certo. Però c’è un punto che molti sottovalutano: se l’inflazione resta alta, un 3% lordo può non bastare a mantenere pienamente il potere d’acquisto.
In altre parole, potresti guadagnare nominalmente, ma “sentirti” più fermo nella vita reale (spesa, bollette, servizi). Qui la domanda da farti è: sto investendo per far crescere i soldi o per non correre rischi?
Alternative 2025: cosa guardare se vuoi più flessibilità
Se ti piace l’idea dei buoni ma vuoi un compromesso diverso, Poste ha proposto anche:
- Buono Premium 4 anni: rendimento lordo 2,5%, sempre legato a nuova liquidità, con logica simile ma tasso più basso.
- Buono 3×4: orizzonte lungo (12 anni) con tassi crescenti fino al 3%, adatto a chi ragiona in prospettiva.
- Buono Ordinario: rendimenti progressivi più contenuti, utile se vuoi una strada “classica”.
- Buono indicizzato all’inflazione: 10 anni, con una parte fissa e una variabile che segue l’aumento dei prezzi, interessante quando temi che l’inflazione rimanga un problema.
La conclusione che conta: investimento sicuro, ma con una condizione non negoziabile
Il nuovo buono postale può farti guadagnare davvero, e in modo prevedibile, ma solo se rispetti la sua regola d’oro: non toccarlo per 4 anni. Se puoi permettertelo, il Buono 100 diventa un modo pulito e ordinato per mettere al lavoro una parte di liquidità nuova, senza inseguire mercati o oscillazioni. Se invece vuoi libertà totale, è meglio guardare alternative più flessibili, anche a costo di un rendimento meno brillante o più incerto.




