Il 30 lire Siracusana con errore di colore: la variante che vale centinaia di euro

Ti capita mai di tirare fuori un vecchio album e pensare, “ok, sarà il solito 30 lire Siracusana”, e poi notare che qualcosa non torna? Proprio lì si nasconde la storia del 30 lire Siracusana con errore di colore, la variante che, se autentica e ben conservata, può valere davvero centinaia di euro. E no, non è magia, è un mix di stampa, carta e dettagli minuscoli che ai collezionisti fanno battere il cuore.

Perché proprio il 30 lire “fa impazzire” i collezionisti

Il 30 lire della serie Siracusana nasce come francobollo comune, pensato per l’uso quotidiano. Il colore “atteso” è il classico bruno arancio, abbastanza riconoscibile quando lo hai visto qualche volta.

Il punto è che, nel mondo reale delle tipografie e delle reimmissioni, non tutto esce identico. Piccole differenze di inchiostro, di carta, di tiratura o di regolazione di stampa possono generare esemplari con:

  • tonalità più scure, quasi mattone
  • aranciati più “spenti” o più “caldi”
  • sfumature irregolari (zone più cariche e zone più scariche)

E quando queste differenze sono ripetibili e riconosciute, diventano varianti. Quando sono davvero fuori standard e “anomalie”, vengono spesso raccontate come errori di colore.

Errore di colore o semplice variazione? La differenza che cambia tutto

Qui sta il passaggio più delicato. Molti francobolli “strani” non sono automaticamente rari. A volte sono:

  • alterazioni dovute a luce, umidità, lavaggi aggressivi
  • viraggi del colore dopo anni in buste e album non idonei
  • differenze minime che non reggono un confronto serio

Un vero errore di colore o una variante riconosciuta, invece, è qualcosa che si può dimostrare con confronti, test e, spesso, con una certificazione.

Se ti stai chiedendo “come faccio a capirlo senza rovinare nulla?”, la risposta è: con metodo, e senza fretta.

Il test che fa la differenza: fluorescenza e lampada di Wood

Una delle anomalie più citate per alcune tirature è la diversa fluorescenza. In pratica, sotto una lampada UV (la classica lampada di Wood) alcune carte o inchiostri reagiscono in modo evidente, altre restano “spente”.

Cosa significa in concreto?

  • due 30 lire che a occhio sembrano simili, sotto UV possono comportarsi in modo opposto
  • quella differenza può indicare una carta fluorescente o una partita con caratteristiche specifiche
  • alcune di queste varianti, in qualità alta, sono più ricercate e quindi più pagate

Attenzione però: fluorescenza diversa non vuol dire automaticamente “tesoro”. È un indizio forte, non una sentenza.

L’altro dettaglio da non sottovalutare: la filigrana “ballerina”

Se c’è una cosa che ho imparato osservando la Siracusana è che la filigrana può trasformare un francobollo normale in un caso interessante. Nella serie si trovano segnalazioni di:

  • filigrana assente (più rara, e da verificare con estrema cura)
  • stelle mancanti o deformate
  • filigrana fuori posizione, il famoso effetto “ballerino

Sono particolari che spesso non si vedono a occhio nudo e che richiedono strumenti adatti. Qui entra in gioco anche la filigrana come concetto tecnico, perché è proprio quell’impronta nella carta a raccontarti “da dove arriva” l’esemplare.

Cosa controllare, passo dopo passo, se ne hai uno

Prima di entusiasmarti (o scoraggiarti), fai questi controlli in ordine:

  1. Colore in luce naturale: scatta una foto senza filtri e confronta con un 30 lire sicuramente standard.
  2. Fluorescenza UV: verifica la reazione della carta, e se possibile confronta con un esemplare noto fluorescente/non fluorescente.
  3. Filigrana: controlla presenza, integrità e posizione, meglio con strumenti specifici (evita esperimenti improvvisati).
  4. Conservazione: centratura, margini, gomma (se nuovo), qualità del timbro (se usato). Su un pezzo “perfetto” la differenza di prezzo può essere enorme.
  5. Perizia: se emerge qualcosa di concreto, la stima reale passa quasi sempre da un perito e da un riferimento di catalogo (tipo Sassone).

Quanto può valere davvero?

La promessa “centinaia di euro” è realistica solo quando si incastrano tre condizioni:

  • variante/errore riconosciuto (colore o fluorescenza, o filigrana anomala)
  • autenticità confermata, spesso con certificato
  • qualità alta, perché un esemplare rovinato, anche raro, perde molto del suo fascino di mercato

La conclusione è semplice e soddisfacente: sì, quel 30 lire che sembra “solo un 30 lire” può essere la variante giusta, ma lo diventa davvero solo quando lo dimostri con confronti, test corretti e, se serve, una perizia. E a quel punto il salto di valore non è una leggenda, è filatelia fatta sul serio.

Bolzano1250News

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