Attenzione alla nuova tassa di successione: ecco chi rischia di dover pagare molto di più

C’è una frase che in questi mesi ho sentito ripetere spesso, quasi sottovoce, tra famiglie e professionisti: “Attenzione alla nuova tassa di successione”. Non perché stia arrivando un’aliquota “misteriosa”, ma perché dal 1° gennaio 2025 cambia il modo di pagare, e chi sbaglia i calcoli (o sottovaluta le regole) rischia davvero di dover versare molto di più, tra imposta, interessi e possibili rettifiche.

La vera svolta: da “ti calcolano” a “ti autoliquidi”

La novità più concreta è l’autoliquidazione. In pratica, non è più l’amministrazione a fare il conteggio finale come passaggio centrale del processo: sono gli eredi che, compilando la dichiarazione di successione telematica, calcolano e versano l’imposta dovuta.

Poi l’Agenzia delle Entrate controlla con procedure automatizzate e, se trova incoerenze, può rettificare entro 2 anni. Qui sta il punto delicato: non cambia solo “quanto” paghi, cambia anche “come” ti assumi la responsabilità del calcolo. E con patrimoni complessi, o con quote tra più beneficiari, è facile inciampare.

Scadenza che stringe: pagamento entro 90 giorni (con rate se serve)

Dal 2025 l’imposta va versata entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione.

Se l’importo supera 1.000 euro, si può chiedere la rateizzazione, ma con una regola che conviene ricordare bene:

  1. entro 90 giorni va pagato almeno il 20% del totale,
  2. il resto si paga a rate trimestrali,
  3. 8 rate in generale, 12 rate se l’imposta complessiva supera 20.000 euro.

Sotto i 1.000 euro non si rateizza: si paga in un’unica soluzione. È un dettaglio pratico, ma fa la differenza quando si deve organizzare la liquidità subito dopo un lutto.

Aliquote e franchigie: chi rischia davvero di pagare molto di più

Le aliquote e le franchigie restano il cuore del discorso, perché è lì che si capisce chi è esposto. La tassazione si applica sul valore netto eccedente la franchigia (quando esiste).

BeneficiariFranchigia per eredeAliquota
Coniuge e parenti in linea retta1.000.000 €4%
Fratelli e sorelle100.000 €6%
Altri parenti fino al 4° grado e affini fino al 3°Nessuna6%
Altri soggetti (estranei)Nessuna8%

Ecco chi rischia di pagare molto di più, in modo concreto:

  • chi non ha franchigia (altri parenti, affini, estranei), perché l’aliquota del 6% o 8% si applica su tutto il valore ereditato,
  • chi riceve importi importanti e supera facilmente le soglie (per coniuge e figli conta l’eccedenza oltre 1 milione, per gli altri spesso si tassa l’intero),
  • chi ha un’eredità “semplice” sulla carta, ma con immobili o diritti come usufrutto e rendite, che richiedono calcoli accurati.

Un esempio che chiarisce subito: un’eredità di 300.000 euro lasciata a un amico (quindi “estraneo”) genera 24.000 euro di imposta (8% su 300.000). Niente franchigia, niente sconti automatici.

Nuovi calcoli su usufrutto e rendite: il dettaglio che può far saltare i conti

Dal 2025 cambiano anche le regole di calcolo per rendite vitalizie e usufrutto, con riferimento al saggio di interesse legale (per il 2025 indicato al 2,5%). Sono quelle voci che, se sbagliate di poco, spostano la base imponibile e quindi l’imposta finale.

In questi casi, la parola chiave è precisione: la riforma punta alla semplificazione, ma pretende numeri “giusti” fin da subito.

Riduzioni e casi particolari: non lasciarle sul tavolo

Ci sono anche riduzioni che possono abbassare l’imposta:

  • per beni provenienti da una successione precedente entro 5 anni (riduzione dal 10% al 50%),
  • per beni culturali vincolati (riduzione del 50%).

Non sono “sconti per tutti”, ma quando si applicano fanno una differenza reale, e vanno indicati correttamente in dichiarazione.

Trust e dichiarazione telematica: più casi coperti, meno carta, più responsabilità

La riforma estende le regole anche ai trust, e spinge su una dichiarazione telematica più snella (meno documenti da allegare), ma con indicazioni puntuali, per esempio sugli immobili.

In sostanza, la direzione è chiara: procedure più veloci, ma più responsabilità in capo a chi dichiara. Se vuoi una bussola, pensa così: dal 2025 la successione (in senso successione) non è solo un adempimento, è un calcolo da fare bene e in fretta.

Come non farsi trovare impreparati

Per evitare brutte sorprese, conviene muoversi con questo ordine mentale:

  • ricostruire il valore netto dell’asse ereditario (debiti inclusi),
  • identificare bene chi eredita (categoria e franchigia),
  • verificare diritti particolari (usufrutto, rendite),
  • pianificare la liquidità per il 20% entro 90 giorni,
  • valutare se esistono riduzioni applicabili.

Il punto non è spaventarsi, è non scoprire tardi che “pagare molto di più” a volte nasce da un errore banale, o da una franchigia che non c’è, quando si pensava il contrario.

Bolzano1250News

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