Se stai pensando a un lavoro part time per “respirare” un po’ prima della pensione, sappi che in questo periodo stanno emergendo novità che cambiano davvero il modo in cui si può arrivare all’uscita anticipata. E la cosa interessante è che le notizie vanno in due direzioni opposte, una apre una porta, l’altra la chiude con decisione.
La novità che molti aspettavano: il part time incentivato “verso la pensione”
Tra le proposte più discusse c’è un part time incentivato pensato per chi è a pochi passi dalla pensione. L’idea, collegata al DDL PMI 2025/2026, è semplice e molto concreta: permettere a un lavoratore dipendente vicino ai requisiti di trasformare il contratto da full time a part time, ma senza “pagare” quella scelta con una pensione più bassa.
In pratica, la misura viene descritta come sperimentale nel biennio 2026–2027, con queste caratteristiche chiave:
- trasformazione volontaria del contratto, con riduzione dell’orario indicativamente tra 25% e 50%
- tutela dei diritti previdenziali, cioè niente penalizzazioni sull’assegno per la parte coperta da contribuzione figurativa
- esonero contributivo sulla quota a carico del lavoratore (IVS) fino a un tetto annuo previsto
- durata del beneficio fino al pensionamento, o comunque entro il 31 dicembre 2027
- condizione importante, l’azienda dovrebbe assumere contestualmente un giovane under 34 a tempo pieno e indeterminato
Se ti suona come un patto di equilibrio, lo è: tu riduci il ritmo, lo Stato copre parte della contribuzione, l’impresa inserisce una nuova risorsa. Un piccolo passaggio di testimone.
Attenzione: non è un “via libera” per chi è già in pensione anticipata
Qui arriva il punto che spesso sorprende. Molte persone pensano: “vado in pensione anticipata e faccio un part time per integrare”. In realtà, in tanti casi le regole sul cumulo tra redditi da lavoro subordinato e pensione anticipata restano rigide.
In parole semplici, per diverse forme di anticipo pensionistico:
- lavorare come dipendente (anche part time) durante il periodo di anticipo può essere vietato
- le eccezioni, quando presenti, sono limitate e spesso legate a redditi occasionali entro soglie molto basse (come 5.000 euro in determinati casi)
- alcune conferme o chiarimenti recenti, anche in ambito di Legge di Bilancio 2025, riguardano la pensione anticipata contributiva a 64 anni collegata a requisiti e integrazioni con previdenza complementare
Quindi la domanda giusta da farsi non è “posso fare part time?”, ma “con quale tipo di pensione e in quale finestra temporale?”. Il dettaglio, qui, cambia tutto.
Il paradosso più comune: part time prima, part time dopo
C’è un paradosso che vedo spesso nelle conversazioni tra colleghi: il part time può essere un ottimo ponte prima della pensione, ma può diventare un problema dopo se sei in un regime di anticipo con divieto di cumulo.
Per questo è utile separare mentalmente due scenari:
- Riduzione d’orario prima della pensione, con possibili tutele e incentivi (se la misura entra in vigore e se rientri nei requisiti).
- Lavoro durante la pensione anticipata, dove spesso scattano divieti e incompatibilità.
È un confine sottile, ma decisivo.
Il tema che nessuno vuole sentirsi dire: il part time può abbassare la pensione
Anche quando non ci sono divieti, resta una realtà tecnica: se riduci l’orario per molto tempo, rischi di ridurre il montante contributivo e quindi l’importo della pensione. Ecco perché l’eventuale part time incentivato è così interessante, perché prova a proteggere proprio quel punto.
Quando invece il part time è “normale”, senza coperture figurative, può succedere che:
- l’assegno futuro scenda
- tu debba lavorare più a lungo per raggiungere requisiti di importo, soprattutto nel sistema contributivo
- alcune soglie richieste per certe uscite anticipate diventino più difficili da centrare
Per capirlo al volo, basta immaginare il salvadanaio dei contributi, meno versamenti mensili, meno crescita finale, come spiega bene il principio del contributivo.
Checklist rapida: cosa controllare prima di scegliere
Prima di firmare qualsiasi trasformazione, io controllerei questi punti, magari con una simulazione INPS o un consulente:
- anzianità contributiva e presenza di contributi prima del 1996 (può cambiare molte regole)
- quale canale di uscita stai puntando (Quota 103, anticipata ordinaria, contributiva a 64 anni, altro)
- se esistono divieti di cumulo nel tuo caso specifico
- durata prevista del part time e impatto stimato sull’assegno
- se rientri nelle finestre temporali della sperimentazione 2026–2027 (quando e se la misura sarà operativa)
La risposta che cercavi: cosa cambia davvero l’accesso alla pensione anticipata
Le ultime novità cambiano l’accesso alla pensione anticipata in modo molto concreto perché:
- da un lato si sta delineando un part time incentivato che può accompagnarti alla pensione senza penalizzarti
- dall’altro si confermano, in molti casi, regole che impediscono di lavorare come dipendente, anche part time, mentre percepisci una pensione anticipata
Morale, il part time non è più solo una scelta di vita, sta diventando una leva previdenziale. Ma va usata nel momento giusto, e con le regole giuste, altrimenti rischia di fare l’effetto opposto.




