Se negli ultimi giorni ti è comparsa l’“allerta rottamazione cartelle 2026”, capisco benissimo la sensazione, sembra una di quelle notizie che promettono tanto e poi si perdono nei dettagli. Qui però la “novità incredibile” ha un senso concreto: nel 2026 potrebbero convivere una nuova definizione agevolata (la cosiddetta rottamazione quinquies) e, soprattutto, un meccanismo di annullamento automatico per le cartelle davvero inesigibili. Due binari diversi, che insieme cambiano il modo in cui conviene muoversi.
La novità che cambia davvero tutto: due strade, non una sola
Quando si parla di rottamazione, molti pensano a un’unica finestra per pagare meno. Nel 2026, invece, l’impianto che varie fonti descrivono è più “a doppio livello”:
- Rottamazione quinquies: una nuova adesione volontaria, con regole simili alle precedenti rottamazioni ma con platea più selettiva e paletti più netti.
- Annullamento automatico delle cartelle inesigibili dal 1° gennaio 2026 (previsto nel quadro del nuovo Testo Unico della riscossione): qui non “aderisci”, succede perché alcune posizioni vengono scaricate automaticamente, con tracciamento e comunicazioni agli enti creditori.
Il punto chiave è questo: potresti non dover fare nulla per una parte dei carichi, mentre per il resto potresti valutare la definizione agevolata.
Rottamazione quinquies: cosa (probabilmente) include e cosa può escludere
Le anticipazioni parlano di una misura rivolta soprattutto a cartelle pre-2025, ma con limiti più stretti rispetto al passato. In particolare, vengono citate alcune esclusioni ricorrenti:
- chi è decaduto da precedenti rottamazioni senza completare i pagamenti (la regola esatta va verificata sul testo finale),
- debiti collegati a sanzioni penali,
- posizioni legate ad aiuti di Stato considerati illegittimi (casistiche specifiche).
Questa selettività è, in pratica, la “nuova filosofia”: meno automaticità, più controllo sul perimetro.
La dilazione lunga: 9 anni e 54 rate bimestrali (perché fa gola)
Tra gli elementi più discussi c’è la possibilità di pagare in un arco davvero lungo, fino a 9 anni, con 54 rate bimestrali. Tradotto in vita reale: invece di una corsa a ostacoli con scadenze ravvicinate, avresti un percorso più sostenibile, con rate ogni due mesi.
Secondo ricostruzioni circolate, le scadenze potrebbero partire da luglio 2026 e arrivare fino a maggio 2035. È un “ponte” temporale notevole, che può fare la differenza per chi vuole regolarizzarsi senza strozzarsi.
Mini schema orientativo delle rate (da confermare)
| Elemento | Ipotesi riportata | Cosa significa per te |
|---|---|---|
| Durata | fino a 9 anni | più respiro sul cash flow |
| Numero rate | 54 | meno pressione mensile |
| Frequenza | bimestrale | paghi ogni 2 mesi |
| Decorrenza | da metà 2026 | tempo per prepararsi |
Interessi: 4% o 3%? Il dettaglio che cambia la convenienza
Un altro punto “caldo” riguarda il tasso di interesse sulle dilazioni: alcune versioni parlano di un 4% annuo, mentre emendamenti in discussione o approvati in Commissione avrebbero portato verso un 3%. Sembra una sfumatura, ma su piani lunghi può incidere parecchio sul totale.
Qui il consiglio è pragmatico: prima di decidere, serve il dato ufficiale, perché la convenienza di una rottamazione non è solo “sanzioni e interessi cancellati”, ma anche il costo del tempo.
Annullamento automatico delle inesigibili: che cosa vuol dire davvero
“Cartelle inesigibili” non significa “cartelle che non mi va di pagare”, ma posizioni che, per motivi oggettivi e tracciati, risultano non recuperabili. Dal 1° gennaio 2026, l’automatismo dovrebbe scaricare certe partite e inviare comunicazioni telematiche agli enti creditori.
La conseguenza pratica è importante: potresti vedere sparire alcune pendenze senza domanda, mentre per altre dovrai scegliere se aderire alla definizione agevolata.
Rottamazione locale: opportunità, ma non è automatica
C’è poi un’ipotesi che incuriosisce molti, la rottamazione locale per tributi e entrate degli enti territoriali (ad esempio IMU, TARI, bollo, multe). Il punto, però, è che non sarebbe una misura “nazionale” uguale per tutti: dipenderebbe dalle decisioni dei singoli enti. Quindi va monitorata Comune per Comune (o Regione per Regione), senza aspettarsi un interruttore unico.
Cosa fare adesso (senza farsi prendere dall’ansia)
Per non perdere l’attimo, ma nemmeno muoversi su regole provvisorie:
- recupera l’elenco delle tue cartelle e separa quelle più vecchie da quelle recenti,
- verifica se sei in situazioni che potrebbero portare a esclusioni (come precedenti decadenze),
- attendi il testo definitivo della Legge di Bilancio 2026 e gli eventuali atti attuativi, perché alcuni dettagli sono ancora in evoluzione,
- valuta una simulazione rateale con tasso al 3% e al 4%, così capisci l’ordine di grandezza.
La “novità incredibile”, alla fine, è questa: nel 2026 non si parla solo di pagare meno, ma di capire quale debito può essere annullato automaticamente e quale, invece, conviene rottamare con un piano lungo e sostenibile. Se leggi bene le regole finali, la differenza la fai tu, prima ancora delle scadenze.




