Se hai sentito parlare di “allerta ISEE 2026” e ti è venuto quel brivido tipico delle scadenze che arrivano all’improvviso, sei in buona compagnia. La novità, qui, è che alcune cose cambiano già da marzo, altre dipendono da quando presenti la DSU, e altre ancora potrebbero slittare. Insomma, è uno di quei casi in cui capire il calendario vale quanto capire le regole.
La scadenza vera (e perché gennaio conta più di quanto pensi)
L’ISEE 2026 non “nasce” nel 2026 per magia: l’ISEE in corso scade il 31 dicembre 2025. Dal gennaio 2026 per continuare ad accedere a bonus e agevolazioni dovrai presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica).
Il punto è pratico: molte prestazioni si bloccano o vengono ricalcolate se l’ISEE non è aggiornato. E quando te ne accorgi, spesso è perché il pagamento è più basso o non arriva.
Cosa succede se aggiorni tra marzo e giugno (spoiler: puoi recuperare)
Qui entra in scena la finestra che sta facendo parlare tutti: se presenti la DSU tra il 1° marzo e il 30 giugno 2026, puoi ricevere gli arretrati. Però c’è una condizione secca, quasi da “porta che si chiude”: devi comunque presentarla entro il 30 giugno 2026.
In pratica:
- presenti la DSU a marzo, aprile, maggio o giugno,
- ti ricalcolano la prestazione,
- e puoi recuperare quanto non ti era stato riconosciuto prima.
Dopo il 30 giugno, quel recupero potrebbe non essere più automatico. Quindi sì, marzo è già un mese “chiave”, anche se sembra lontano.
Le modifiche: la prima casa pesa meno (ma non sempre)
Una delle novità più interessanti è l’aumento della franchigia per la prima casa. Tradotto in immagini semplici: una parte più grande del valore dell’abitazione principale viene “messa al riparo” nel calcolo.
- si passerebbe da 52.500 euro a 91.500 euro esclusi,
- con un aumento di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il primo.
Esempio concreto (quelli che aiutano davvero): una famiglia con tre figli e una casa da 110.000 euro di valore catastale potrebbe escludere 96.500 euro dal calcolo, invece dei 57.500 euro con le regole precedenti. Risultato possibile: ISEE più basso, quindi più accesso a misure o importi più alti.
Attenzione però: alcune formulazioni della riforma indicano che questa franchigia potenziata potrebbe valere solo nelle città metropolitane. È un dettaglio che cambia tutto, quindi va verificato quando le regole operative saranno definitive.
Scale di equivalenza: più “peso” ai figli, prima del previsto
Altro tassello: la revisione delle scale di equivalenza, cioè quel meccanismo che “pesa” il nucleo familiare nel calcolo. Qui l’idea è dare più valore ai figli a carico, con maggiorazioni già in presenza di due figli.
Detto senza tecnicismi: famiglie con figli potrebbero risultare più tutelate nel rapporto tra reddito, patrimonio e dimensione del nucleo. È una modifica che può incidere soprattutto su chi oggi sta appena sopra certe soglie.
ISEE precompilato: meno caccia ai documenti, più incroci automatici
C’è anche un potenziamento dell’ISEE precompilato, grazie all’ampliamento delle banche dati collegate all’INPS (come Anagrafe nazionale e Pubblico Registro Automobilistico). L’obiettivo è ridurre errori e tempi morti, e rendere più rapida la presentazione.
Se hai mai avuto la sensazione di fare l’ISEE “con una lista della spesa infinita”, questa è la parte che promette di alleggerire. Non elimina la responsabilità dei dati, ma può semplificare parecchio.
Non vale per tutto: ecco le 5 prestazioni coinvolte
Queste novità, però, non sono un “cambio totale” per qualunque agevolazione. L’ambito indicato riguarda cinque prestazioni specifiche:
- Assegno di inclusione
- Supporto formazione lavoro
- Assegno unico
- Bonus asilo nido
- Bonus nuovi nati
Qui l’ISEE diventa ancora più centrale, anche perché spesso determina non solo l’accesso, ma anche l’importo.
La domanda che tutti fanno: entra davvero in vigore nel 2026?
La risposta più onesta è: potrebbe, ma non è escluso un rinvio. È sul tavolo l’ipotesi che l’effettiva applicazione di alcune novità slitti al 2027. Per questo conviene ragionare su due binari:
- prepararsi come se cambiasse nel 2026,
- restare aggiornati sui testi definitivi e sulle istruzioni operative.
Nel dubbio, il comportamento più “sicuro” resta uno: fare la DSU appena possibile e non aspettare che l’ISEE scada anche nella tua routine.
Mini-checklist per non farti trovare scoperto
- Segna: ISEE valido fino al 31/12/2025
- Da gennaio 2026: nuova DSU necessaria
- Se aggiorni tra 1/3 e 30/6/2026: possibili arretrati, ma solo se entro il 30/6
- Verifica se rientri nelle prestazioni legate all’ISEE (soprattutto assegno unico e bonus infanzia)
- Tieni d’occhio le regole definitive sulle franchigie della prima casa e sulle nuove scale di equivalenza (il cuore della riforma)
Se vuoi, posso aiutarti a capire, in base alla tua situazione familiare e al comune di residenza, quali cambiamenti potrebbero pesare di più sul tuo ISEE e quali documenti conviene preparare con anticipo.




