Assegni bancari dimenticati: ecco entro quanto tempo vanno incassati

Ti basta un attimo di distrazione, una busta finita sotto una pila di documenti, e ti ritrovi con un assegni bancari “dimenticati” in mano e una domanda che punge, ecco entro quanto tempo vanno incassati davvero? La risposta è più netta di quanto sembri, perché qui non conta solo la buona fede, contano i termini di presentazione. E quando scadono, cambiano parecchie cose, non sempre come ci aspettiamo.

La regola d’oro: 8 o 15 giorni (e non è un dettaglio)

Per gli assegni bancari, la finestra utile per incassare è breve e dipende dal luogo in cui l’assegno è pagabile:

  • 8 giorni se l’assegno è “su piazza”, cioè pagabile nello stesso comune di emissione
  • 15 giorni se è “fuori piazza”, cioè pagabile in un comune diverso in Italia
  • Per l’estero i tempi si allungano, spesso a 20 o 60 giorni a seconda del Paese o della località

È uno di quei casi in cui la burocrazia sembra pignola, ma in realtà sta tracciando un confine chiaro tra “presentato in tempo” e “presentato tardi”.

Cosa succede se lo presenti dopo la scadenza (ma la banca paga comunque)

Qui arriva la parte che sorprende molti. Un assegno presentato oltre gli 8 o 15 giorni non diventa automaticamente “carta straccia”. Se l’emittente non ha revocato l’ordine di pagamento, la banca può anche decidere di pagare ugualmente.

Quindi sì, in pratica potresti incassarlo anche se sei in ritardo. Però cambia lo scenario giuridico, e possono attivarsi conseguenze importanti per chi l’ha emesso.

Il “pagamento tardivo” e la soglia dei 60 giorni

Se l’assegno viene presentato oltre i termini, ma poi la banca paga entro 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione, si parla di pagamento tardivo. In questo caso, l’emittente, per rimettersi in regola, deve sostenere anche:

  • una penale del 10%
  • gli interessi legali maturati nel periodo
  • le spese di protesto (se avviato)

In sostanza, l’assegno in ritardo può trasformarsi in un piccolo terremoto per chi lo ha firmato, anche se alla fine tu incassi.

Quando invece non lo incassi più: la revoca

C’è un punto preciso in cui il tuo assegno “dimenticato” può diventare davvero imprendibile: quando l’emittente presenta revoca dell’ordine di pagamento. Se la revoca è stata disposta, la banca non potrà pagarti.

E qui si capisce perché aspettare è rischioso: più tempo passa, più aumentano le probabilità che il conto cambi, che l’emittente si tuteli, o che semplicemente non ci siano fondi.

Smarrito o sottratto: cosa fa la banca e cosa rischi

Se l’assegno è stato smarrito o rubato, la situazione cambia ancora. Quando la banca ha un sospetto ragionevole, tende a non pagare e avvisa il correntista. E se il titolo ha fatto diversi passaggi (magari con più girate) ed è presentato entro i termini, può scattare la procedura formale con protesto, tramite pubblico ufficiale.

È uno dei motivi per cui conviene trattare l’assegno come un oggetto “vivo”: non è un semplice foglio, è un titolo con regole proprie, un po’ come spiega la disciplina generale dei titoli di credito.

Attenzione: assegno bancario e assegno circolare non sono la stessa cosa

Se hai in mano un assegno circolare, non applicare automaticamente la logica degli 8 o 15 giorni. L’assegno circolare segue regole diverse e, in particolare, può avere un orizzonte più lungo: la normativa prevede un termine di 3 anni con effetti su rimborso e prescrizione. Tradotto, potresti avere più tempo, ma non infinito, e le conseguenze cambiano.

Cosa fare subito se trovi un assegno nel cassetto

Se vuoi massimizzare le possibilità di incassarlo senza complicazioni, muoviti così:

  1. Contatta l’emittente e chiedi conferma che non abbia revocato il pagamento (e che ci siano fondi).
  2. Presenta l’assegno in banca immediatamente, anche se temi di essere fuori tempo, perché la banca potrebbe comunque pagare.
  3. Se la banca non paga, chiedi chiarimenti su revoca, eventuale protesto e possibilità di tutela.
  4. Se sospetti furto o smarrimento, avvisa subito la banca e valuta denuncia e richiesta di blocco.

Alla fine, la risposta alla domanda è semplice: l’assegno va incassato entro 8 o 15 giorni (o termini esteri specifici). Ma il vero segreto, quello che ti evita sorprese, è non dare per scontato che “tanto si può fare più avanti”. Con gli assegni, “più avanti” spesso significa “troppo tardi”.

Bolzano1250News

Bolzano1250News

Articoli: 117

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *