Pensione di reversibilità Inps: quanto spetta e chi può richiederla

Capire la pensione di reversibilità INPS, quanto spetta e chi può richiederla, spesso succede in un momento in cui si vorrebbe pensare ad altro. Eppure, proprio quando tutto è confuso, avere una mappa chiara aiuta: chi ne ha diritto, che percentuali si applicano, quando decorre e cosa può ridurre l’importo.

Cos’è la pensione di reversibilità (e quando è “indiretta”)

La pensione di reversibilità è la prestazione che l’INPS riconosce ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. Se invece il defunto non era ancora in pensione, si parla di pensione indiretta: cambia l’origine del diritto, non la logica del sostegno, che resta la tutela economica di chi rimane.

Un dettaglio pratico che spesso sorprende: la prestazione non “parte” dal giorno del decesso, ma dal 1° giorno del mese successivo.

Chi può richiederla: l’ordine conta davvero

Qui l’INPS ragiona per priorità, e sì, l’ordine è importante. In presenza di beneficiari “più forti”, quelli “successivi” restano esclusi.

1) Coniuge

Il coniuge ha diritto in via prioritaria. In genere rientra anche il coniuge separato, mentre la situazione va valutata con attenzione se ci sono nuove convivenze stabili, perché possono incidere sul diritto o sulle condizioni.

2) Figli

I figli possono essere beneficiari se:

  • minorenni
  • maggiorenni invalidi
  • studenti (di regola fino a 26 anni, se rispettano le condizioni previste)
  • in presenza di handicap grave, secondo i criteri riconosciuti

In molte famiglie, la reversibilità diventa una sorta di “salvagente” temporaneo, soprattutto quando ci sono figli studenti e l’equilibrio economico si regge su più entrate.

3) Genitori, fratelli e sorelle (solo se non ci sono coniuge e figli)

In assenza di coniuge e figli, possono subentrare:

  • genitori a carico (con requisiti specifici)
  • fratelli/sorelle a carico, anche qui con vincoli precisi

Questa è la parte più “selettiva”: serve dimostrare la condizione di carico e rispettare requisiti aggiuntivi (età, invalidità, assenza di altre tutele).

Pensione indiretta: quali contributi servono

Se il defunto non era pensionato, per far scattare la pensione indiretta servono requisiti contributivi minimi. In sintesi:

  • almeno 15 anni di contributi, oppure
  • almeno 5 anni di assicurazione, di cui 3 negli ultimi 5 anni

Sono soglie che, nella pratica, fanno la differenza tra “c’è una tutela” e “non si può procedere”.

Quanto spetta: percentuali e ripartizione

Il punto centrale è semplice: la reversibilità è una quota percentuale della pensione che percepiva (o avrebbe percepito) il defunto. Le aliquote più comuni sono:

Composizione beneficiariQuota complessiva
Coniuge solo60%
Coniuge + 1 figlio80%
Coniuge + 2 o più figli100%

La quota complessiva poi viene suddivisa tra i beneficiari aventi diritto.

Esempio rapido: su una pensione di 1.000 euro:

  • coniuge solo: fino a 600 euro
  • coniuge e due figli: si divide il 100% (quindi 1.000 euro complessivi tra loro)

Le riduzioni per reddito: quando l’importo scende

Ed ecco la parte che spesso arriva come una doccia fredda: l’importo può subire riduzioni legate ai redditi del beneficiario. Le soglie sono agganciate al trattamento minimo (moltiplicato su base annua). In termini pratici, più alto è il reddito personale, più può scattare un taglio percentuale.

Indicativamente:

  • fasce intorno a 3-4 volte il minimo annuo: riduzioni che possono arrivare al 25-40%
  • oltre 5 volte: riduzione fino al 50%

Queste soglie possono aggiornarsi, quindi va sempre verificato l’anno di riferimento.

Domanda, tempi e tassazione: cosa non dimenticare

Per non inciampare su dettagli burocratici, tieni a mente tre cose:

  1. Domanda entro 10 anni dal decesso (è un termine ampio, ma meglio non rimandare).
  2. Decorrenza dal mese successivo al decesso.
  3. La reversibilità è soggetta a IRPEF e, quando legata al reddito, può richiedere la dichiarazione RED annuale.

Se vuoi inquadrare meglio la logica di tutela per i superstiti, il concetto generale è quello di pensione.

Il modo più sicuro per avere l’importo “vero”

Tra percentuali, ripartizioni e riduzioni per reddito, l’importo finale può cambiare parecchio da una famiglia all’altra. Per una stima realistica, la strada più semplice è usare i servizi online INPS o affidarsi a un patronato, soprattutto quando ci sono figli studenti, invalidità o redditi non lineari. In quei casi, una verifica precisa vale più di mille ipotesi.

Bolzano1250News

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