Ti sarà capitato almeno una volta di aprire un vecchio portamonete, o una scatola dimenticata in un cassetto, e trovare quella piccola moneta color oro: 20 lire con ramo di quercia. E magari, leggendo l’anno, ti sei fermato un secondo in più sul 1968, pensando, e se fosse proprio una di quelle che può valere molto?
La verità è semplice, ma anche un po’ “da brivido” per chi ama i colpi di scena: la 20 lire del 1968 può davvero arrivare a cifre importanti, però solo in un caso molto preciso.
La svolta: non tutte le 20 lire 1968 sono “quelle giuste”
Il punto chiave è uno solo: la moneta che può valere fino a circa 1000 euro non è la versione comune, ma la rarissima variante “Prova”.
Come la riconosci? Deve avere la scritta PROVA impressa sulla moneta. Senza quella parola, nella stragrande maggioranza dei casi, sei davanti a una 20 lire interessante per un collezionista, ma non a un pezzo “da capogiro”.
E qui entra in gioco un dettaglio che fa davvero la differenza: la tiratura. Per la Prova 1968 si parla di appena 999 esemplari. Un numero che, nel mondo del collezionismo, cambia completamente le regole.
Com’è fatta la 20 lire “ramo di quercia”: dettagli che contano
Anche senza essere esperti, alcuni elementi si notano subito, ed è bello guardarli con occhi nuovi, come se fossero piccoli frammenti di storia.
Caratteristiche principali:
- Materiale: Bronzital, una lega a base di rame con alluminio e nichel
- Contorno: liscio, a differenza di emissioni precedenti
- Design:
- Anverso: profilo femminile, simbolo di libertà
- Rovescio: ramo di quercia, emblema di forza e solidità
Se vuoi inquadrare meglio il senso di queste emissioni e del loro valore culturale, il contesto giusto è la numismatica, che non è solo “quanto vale una moneta”, ma anche perché esiste, come nasce e cosa rappresenta.
Quanto può valere davvero: la differenza tra Prova e conio standard
Qui conviene essere concreti, perché è esattamente ciò che ogni lettore vuole sapere dopo la prima scintilla di speranza.
Variante “Prova” 1968 (la rara)
Parliamo di quotazioni che, secondo cataloghi e risultati di mercato, possono arrivare a:
- circa 700 euro in valutazioni di riferimento
- fino a 1000 euro se in Fior di Conio (FDC), quindi perfetta, senza segni evidenti
- in asta, alcuni esemplari sono stati aggiudicati anche intorno a 420 euro, segno che il mercato è vivo e variabile
Versione comune 1968 (quella più diffusa)
Qui i numeri sono molto più “terreni”, ma non per questo irrilevanti:
- valore collezionistico spesso intorno ai 14 euro come base
- può salire in modo significativo, anche tra 50 e 100 euro, se la moneta è in condizioni eccellenti e il mercato è favorevole
Ecco una sintesi rapida:
| Tipo 20 lire 1968 | Segno distintivo | Rarità | Valore indicativo |
|---|---|---|---|
| Prova | scritta PROVA | altissima (999 pezzi) | 500-1000 euro (dipende da conservazione) |
| Standard | nessuna scritta PROVA | molto più comune | 14-100 euro (dipende da conservazione e domanda) |
I tre fattori che fanno salire (o crollare) il prezzo
Se c’è una cosa che ho imparato osservando il mondo delle monete, è che il valore non è mai “stampato” in modo definitivo. Dipende, spesso, da tre leve molto chiare:
- Conservazione
- FDC è la vetta: niente usura, rilievi netti, aspetto quasi appena coniato
- una moneta circolata perde valore rapidamente
- Variante
- senza PROVA, difficilmente si parla di cifre alte
- con PROVA, cambia tutto, perché la rarità è reale
- Mercato
- la domanda dei collezionisti può far oscillare i prezzi
- un esemplare comune, se bellissimo, può sorprendere più di quanto immagini
Cosa fare se pensi di averla trovata
Se hai una 20 lire 1968 e ti è venuto il dubbio, la sequenza migliore è questa:
- Controlla subito la presenza della scritta PROVA
- Osserva la moneta alla luce, cerca graffi, colpi sul bordo, segni di usura
- Evita pulizie aggressive, spesso rovinano la superficie e abbassano il valore
- Per una stima seria, confronta con cataloghi aggiornati (come Gigante) o chiedi a un perito numismatico, perché le quotazioni cambiano
La “magia” di questa moneta sta tutta lì: il 1968 può essere un anno qualunque, oppure l’anno giusto. A separare le due cose, a volte, è solo una parola incisa, PROVA, e lo stato di conservazione che hai tra le dita.




