Aumento dei tassi bancari: cosa succede ora ai mutui e come proteggere i risparmi

Hai presente quella sensazione strana, quando leggi “aumento dei tassi bancari” e ti viene subito da pensare al tuo mutuo, o ai risparmi fermi sul conto che non rendono quasi niente? In queste settimane il punto caldo è l’IRS, salito dal 2,90% al 3,12% in due mesi, un movimento piccolo sulla carta, ma capace di cambiare parecchio il costo reale di un finanziamento. E la domanda, inevitabile, è: cosa succede ora ai mutui e come proteggere i risparmi senza farsi trovare scoperti?

Perché l’IRS che sale pesa così tanto sui mutui fissi

L’IRS (il parametro usato come base per molti mutui a tasso fisso) è come il “termometro” del costo del denaro nel lungo periodo. Se sale, anche quando le banche provano ad assorbire una parte del rincaro, prima o poi i preventivi si adeguano.

Negli ultimi mesi, l’IRS a 20 anni ha registrato ulteriori scatti, circa +10 punti base a dicembre rispetto a novembre, e circa +20 punti base complessivi rispetto a ottobre. Risultato pratico: i nuovi mutui fissi diventano più costosi.

Oggi si vedono TAN che partono indicativamente dal 2,75% al 2,90% (con alcune offerte “green” rimaste più stabili), anche presso istituti come BNL, Crédit Agricole, CREDEM e BPER. Alcune promozioni arrivano fino a fine 2025, ed è un dettaglio tutt’altro che secondario per chi sta decidendo adesso.

Cosa cambia davvero sulla rata: un esempio concreto

Quando si parla di tassi, è facile perdersi nei decimali. Meglio un numero familiare: la rata.

Per un mutuo da 200.000 euro a 25 anni, con TAN nell’area 2,75-2,90%, le simulazioni tipiche portano a una rata mensile intorno a 645-656 euro (ovviamente variabile in base a durata, profilo e spese).

Ecco il punto: anche pochi punti base, spalmati su 25 anni, diventano soldi veri. Se sei nella fase di acquisto casa, questo è il momento in cui conviene farsi fare più preventivi e capire quanto “regge” il tuo budget.

Mutui variabili: perché oggi respirano, ma non è detto che duri

Qui la storia è diversa. I mutui a tasso variabile hanno beneficiato dei tagli della BCE, con una sequenza di riduzioni da giugno 2024 a giugno 2025, e tassi poi rimasti fermi. Molte famiglie hanno visto la rata scendere rispetto ai picchi precedenti.

Ma attenzione: un eventuale rialzo dell’IRS non colpisce direttamente il variabile come colpisce il fisso, però può essere un segnale di mercato che anticipa tensioni future. Se l’inflazione dovesse sorprendere (le stime la danno intorno al 2,1% nel 2025), lo scenario potrebbe cambiare e la traiettoria dei tassi potrebbe tornare meno favorevole.

In altre parole, oggi il variabile può essere più leggero, ma domani dipende da macroeconomia e scelte BCE.

Rinegoziazione o surroga: quando ha senso muoversi

Se hai già un mutuo, questa è la parte più “operativa”. In generale:

  • Se hai un variabile e la rata oggi è scesa, potresti valutare se “bloccare” un fisso conveniente prima che l’IRS salga ancora.
  • Se hai un fisso acceso anni fa a tassi molto bassi, spesso non conviene muoversi.
  • Se il tuo tasso attuale è alto e trovi offerte migliori, la surroga può essere un modo pulito per ridurre costo e incertezza.

Il tempismo conta: alcune banche stanno spingendo promo fino a fine 2025, quindi può essere il momento giusto per confrontare e decidere con calma ma senza rimandare mesi.

Come proteggere i risparmi quando i tassi si muovono

Qui entra in gioco un’abitudine molto comune: lasciare liquidità sul conto corrente. Il problema è che la remunerazione media dei depositi “liberi” è bassa, circa 0,69%, e rischia di essere mangiata dall’inflazione.

Alcune alternative, da valutare con criterio:

  • Depositi vincolati: intorno al 2,32% (dato recente), in calo rispetto ai picchi ma ancora interessanti per parcheggiare somme con orizzonte definito.
  • Obbligazioni bancarie a tasso fisso: nuove emissioni con rendimenti intorno al 2,30%, utili se vuoi fissare un rendimento e ridurre l’incertezza.
  • Diversificazione: non concentrare tutto in un solo strumento, soprattutto se il tuo obiettivo è protezione reale del potere d’acquisto.

Se vuoi una bussola semplice, pensa a questa parola: inflazione. È lei che decide se il tuo rendimento è “vero” o solo apparente.

Una mini-checklist per decidere senza ansia

  • Se devi comprare casa: confronta più offerte e guarda TAEG, non solo TAN.
  • Se hai un variabile: chiediti se preferisci stabilità o scommessa sui tassi futuri.
  • Se hai liquidità ferma: sposta una parte verso strumenti a rendimento più sensato.
  • Se temi nuovi rialzi IRS: valuta surroga o rinegoziazione mentre ci sono promo attive.

Il succo è questo: i tassi si muovono, ma non sei obbligato a subirli. Con qualche scelta mirata puoi rendere più prevedibile il mutuo e meno vulnerabili i risparmi, senza trasformare la gestione finanziaria in un secondo lavoro.

Bolzano1250News

Bolzano1250News

Articoli: 117

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *